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L’economia Primitiva

L’economia primitiva, come ogni economia, è destinata a soddisfare dei bisogni. Nel mondo indiano ogni unità di produzione, vale a dire una famiglia, non ha bisogno degli altri, per mantenersi, tranne nel periodo delle grandi cacce. La sua produzione non va oltre i suoi bisogni; in effetti l’indiano, allorché giudica che i suoi bisogni sono appagati, cessa ogni attività di produzione. L’indiano rispetta la natura e controlla l’ambiente in cui vive, non per accumulare beni che gli sarebbero inutili, ma per soddisfare i suoi bi-sogni. Il cacciatore..sa che non può costituire scorte che impoverirebbero rapidamente le risorse dell’ambiente. Il nomadismo permette di sfuggire alla legge dei prodotti in decrescita e impone un limite al trasporto d’oggetti — ciò che spiega lo scarso valore attribuito ai beni materiali. Cacciatore o agricoltore, l’indiano dedica poco tempo alla ricerca del cibo; i bianchi rimasero sorpresi per la quantità di feste, danze, riunioni che si svolgevano negli accampa-menti. L’indiano passava molto più tempo a decorare il suo vestiario, a fumare il “calumet” o a giocare con i figli, che a lavorare: non si è mai rassegnato a lavorare. I coloni si lamenteranno per la pigrizia, l’indifferenza, l’assenteismo di questi robusti individui”. Perché lavorare oltre i propri bisogni? A cosa potrebbe servire, dal momento che utilizzando abili tecniche, soddisfano i loro bisogni e si costituiscono anche piccole scorte che serviranno per le feste e i regali ? Nel campo dei beni non alimentari, la gran quantità delle materie prime, la semplicità dei procedimenti di lavorazione e l’aiuto collettivo permettono una certa abbondanza. Certo, quando l’indiano vede un nuovo oggetto che può essergli utile, l’adotta. Con un’ascia di ferro o un fucile si può produrre tre volte di più in tempi pìù brevi; il “progresso tecnico” gli permette quindi maggiori ozi. Ma per acquisire tali beni l’indiano deve fornire una contropartita, vale a dire lavorare per produrre un “surplus” da scambiare con il bianco. L’economia di sussistenza conosce le sue prime falle, l’indiano entra allora in un circuito economico spietato. Prima dell’arrivo dei bianchi, le società indiane che prati-cavano la caccia, l’agricoltura rudimentale e il raccolto, conoscevano una certa abbondanza e non certo la miseria e la fame, mali tanto diffusi in Europa”. La limitatezza dei bisogni evitava agli indiani quella perpetua corsa tra la rarefazione delle risorse e 1a sovrabbondanza dei bisogni che
è la caratteristica dell’economia moderna. Ma questa “prima società d’abbondanza sarà presto sconvolta dai bianchi.

considerazioni di P. Jacquin